Per i responsabili di ospedalieri e case di cura i processi di sterilizzazione degli strumenti chirurgici rappresentano un aspetto su cui prestare la massima attenzione.
Focus sui wet packs: cosa sono e perché sono rilevanti
La sterilizzazione a vapore è di gran lunga il processo più comune per la sterilizzazione di strumenti e dispositivi medici utilizzabili più volte.
Garantire che il processo di sterilizzazione sia efficiente e sicuro è fondamentale per la sicurezza dei pazienti degli ospedali di tutto il mondo.
I servizi di sterilizzazione ospedaliera e le unità di decontaminazione forniscono una difesa essenziale contro i batteri, presenti nell’aria e nell’acqua, potenzialmente portatori di varie patologie.
Per essere certi che gli strumenti chirurgici siano sterilizzati in maniera corretta occorre una condizione di secchezza assoluta (‘state of dryness’).
L’umidità è infatti in grado di trasportano batteri, compromettendo la salubrità delle confezioni e degli strumenti precedentemente trattati.
I wet packs sono stati a lungo una delle principali preoccupazioni per i medici chirurghi, che ne necessitano in modo assoluto di disporre di articoli sterili.
Un pacchetto bagnato, con umidità presente all’interno o all’esterno della confezione, è in grado di generare parecchi problemi.
La confezione deve essere risterilizzata, con implicazioni sia in termini di costi che di tempo che incidono sull’efficienza dei singoli reparti.
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Le cause dei wet packs
Cosa causa i wet packs? Scoprire di avere questo tipo di problema significa prendere in esame il sistema di sterilizzazione in uso presso l’ospedale.
Ecco allora che occorre tener conto di vari fattori che dovranno essere esaminati singolarmente per individuare la causa che genera questo tipo di risultato.
Se l’umidità è presente all’esterno di una confezione, la causa più comune è da attribuire alle particelle di acqua che entrano a contatto con la confezione attraverso le linee del vapore oppure attraverso oggetti collocati su un livello superiore che, gocciolando condensa sui pacchetti dove sono sigillati gli strumenti chirurgici, alterano lo stato delle confezioni stesse.
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Quando l’umidità è all’interno di una confezione la causa molto spesso è dovuta al modo attraverso cui l’autoclave è stata caricata o sovraccaricata.
L’umidità può fuoriuscire all’esterno della confezione, consentendo l’ingresso di microrganismi.
Mentre è ampiamente riconosciuto che gli articoli sottoposti a un processo non adeguato costituiscono una delle principali cause dei wet packs, scoprire i singoli aspetti non eseguiti correttamente non è sempre semplice.
Cosa occorre fare?
- Assicurarsi che sia stato selezionato il ciclo corretto
- Assicurarsi che durante il ciclo sia stata selezionata la quantità corretta e il relativo tempo di asciugatura
- Non sovraccaricare l’autoclave
- Non coprire lo scarico della camera
- Assicurarsi che ci sia spazio per consentire al vapore di muoversi correttamente all’interno del carico
Un passo ulteriore per indagare su questo tipo di problema riguarda la documentazione metodica da stilare quando si verificano i wet packs.
Occorre eseguire un audit di tutto ciò che viene preparato dallo staff e lo stesso personale coinvolto deve essere consapevole delle implicazioni di questo tipo di problema, saperlo riconoscere e attivarsi per prevenirlo.
Come intervenire per prevenire il problema dei wet packs: l’importanza di eseguire una sterilizzazione accurata e l’uso del vapore pulito
La sterilizzazione, come già accennato in precedenza, risulta vitale per il settore sanitario, rappresentando il mezzo essenziale al fine di mantenere pulite le attrezzature e le forniture chirurgiche, eliminando i potenziali rischi di contaminazione.
A tal proposito occorre prendere in considerazione i generatori di vapore pulito, consci dell’importanza della loro funzione in ambito sanitario.
Un generatore di vapore pulito CSG-HS utilizza il normale vapore dell’impianto per far bollire un certo quantitativo di acqua pulita (con riferimento all’acqua a osmosi inversa) per produrre vapore privo di sostanze nocive e impurità.
Questo sistema usa una serpentina di riscaldamento che utilizza il vapore primario dell’impianto come fonte di energia termica per far evaporare l’acqua di alimentazione pulita.
Il vapore di alta qualità che viene generato può quindi essere applicato direttamente al processo di sterilizzazione laddove necessario.
I controlli specifici per il vapore pulito
Il vapore che rientra nel processo di sterilizzazione è soggetto a severi controlli di qualità. La norma EN 285 definisce nel dettaglio i requisiti minimi. Tra questi figurano la quantità di umidità nel vapore, la quantità di gas non condensabili (NCG) consentita e il grado di vapore surriscaldato che può essere generato.